La società POST-MODERNA e i genitori abdicanti
“Stiamo passando da un mondo degli orologi – deterministico, ordinato, prevedibile – a un mondo delle nuvole – irregolare, mutevole, cangiante, caotico, imprevedibile”. (Popper)
“Al termine postmoderno vengono oggi associati fenomeni irregolari, caos, frammentazione, mancanza di punti di riferimento, un forte eclettismo, ma anche un’ anelata ricerca di esperienze proiettata ad esprimere la propria identità e unicità, spesso estremizzata in un culto ipertrofico della personalità. Nel nostro tempo gli individui tendono a ricercare forme di “ricomposizione sociale”, basate su libere scelte emotive” (Maffesoli, 2004).
Credo che queste due citazioni siano perfette per introdurre la riflessione che ho pensato di proporvi oggi…
La riflessione riguarda i cambiamenti che stanno interessando la nostra società ed influenzando la nostra vita negli ultimi anni. Vale la pena, a mio avviso, guardarli da vicino e ricercarne l’origine.
Inizierei da Zygmunt Bauman, che per definire la società odierna ha parlato di una crisi del concetto di comunità e dell’emergere di un individualismo sfrenato (quello che Umberto Eco chiamava “soggettivismo”), che porta le persone a voler affermarsi nell’apparire a tutti i costi. Ha definito la nostra una “società liquida“, nella quale mancano solidi punti di riferimento. Tale mancanza di stabilità si è espressa nell’esaltazione del consumismo, ricercando oggetti con cui appagare ogni desiderio, che saranno presto sostituiti da altri desideri fugaci e altri oggetti che presto diventeranno obsoleti. Una sorta di “bulimia senza scopo”.
La modernità liquida, per dirla con le parole del sociologo polacco, è “la convinzione che il cambiamento è l’unica cosa permanente e che l’incertezza è l’unica certezza”.
Per definire la società di oggi, da numerosi intellettuali è stato adottato anche l’aggettivo “postmoderno“. Con questo termine si intende connotare la condizione antropologica e culturale delle società del capitalismo maturo, a partire dagli anni 60. In questa fase lo scenario socioculturale è caratterizzato da un’economia di dimensioni planetarie, dall’aggressività dei messaggi pubblicitari e dal flusso ininterrotto e spesso invadente delle informazioni sulle reti telematiche.
Caratteristiche della società post-moderna:
- Tutto è relativo e discutibile.
- Scompare l’idea di una normativa unica e chiara basata sulla storia e tradizione.
- Chiunque può dire la sua, un’opinione non è più “autorizzata” rispetto ad un’altra, considerando che tutto è soggettivo.
- Il tempo della post-verità : i fatti obiettivi hanno meno importanza delle credenze o dei sentimenti personali.
- Ci si lascia guidare dalle proprie emozioni, che devono essere positive. Il cognitivo è subordinato all’emozionale.
Quali conseguenze tutto ciò produce nella sfera familiare?
In una società edonista, che cerca la soddisfazione del desiderio a breve termine, il “lavoro” di educare, del quale i risultati positivi si vedono solo dopo diversi anni, è vissuto come un compito difficile, poco gratificante, che ha bisogno di uno sforzo eccessivo e che limita lo sviluppo personale.
Si è assistito al passaggio da un modello educativo gerarchico e autoritario ad uno più permissivo, in cui genitori e figli si trovano “relazionalmente” alla pari in molte circostanze.
Lecito chiedersi: è così preoccupante un rapporto genitore-figlio più alla pari?
La risposta è “a volte sì, dipende da se i genitori riescono o no a mantenere il polso fermo, a stabilire le regole”. L’indebolimento dell’autorità genitoriale, infatti, talvolta scade nell’incapacità di delimitare in modo definito i ruoli in famiglia e nella poca incisività degli insegnamenti. Questi genitori in qualche modo finiscono per abdicare al loro ruolo, facendo sì che i figli accedano ad una pseudoindipendenza: si fanno carico delle loro vite e delle loro decisioni senza che si sia prodotto realmente uno svincolo.
In queste situazioni, questi figli liberi e poco controllati acquisiscono un potere che può scavalcare il piano genitoriale, producendo un pericoloso sbilanciamento degli equilibri familiari.
Quando i figli detengono tutto il potere all’interno del sistema familiare, ci si trova di fronte al fenomeno dei “figli tiranni”, e poiché questi non hanno la legittimità per esercitare il potere di cui dispongono, per conservarlo assumono atteggiamenti prevaricanti e aggressivi, fino ad utilizzare la violenza verbale e fisica.
Queste dinamiche familiari sono alla base dell’aumento degli episodi di violenza filio-parentale in tutto il mondo.
Non sarà forse il caso, per i genitori, di riprendersi il loro potere ed assumersene la responsabilità?
Bibliografia: Roberto Pereira, “Tra segreto e vergogna. La violenza filio-parentale”, 2019.
Autore: Alessia Mancini
2 Comments
Assumersi la responsabilità oggi più che mai è il discrimine tra chi ha raggiunto la consapevolezza che solo attraverso un impegno serio e costante si può crescere e chi…..è……”confuso”
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